L’ayatullah Hajj Shaykh 'Abdunnabi 'Araqi racconta: “Quando mi trovavo a Najaf, desideravo sottoporre quattordici questioni che non ero riuscito a risolvere, all’imam Mahdi (aj). Sapevo che in quei giorni a Najaf soggiornava un asceta molto noto, quindi andai da lui e gli chiesi se conosceva un modo per poter incontrare l’Imam (aj). Egli mi disse:‘Vai nel deserto con pura intenzione, dopo aver compiuto il wudhu o il ghusl, vai in una zona isolata e siediti verso la qiblah, quindi recita 70 volte …, e fai la tua richiesta. In seguito, chi verrà da te, sarà la persona che stavi cercando, chiedigli ciò che vuoi sapere’.
Feci come egli aveva detto e quando ebbi finito, un nobile uomo arabo s’avvicinò e mi chiese:‘Mi stavi cercando?’.
Risposi:‘No, non sei tu quello che cercavo’.
Egli se ne andò e all’improvviso mi accorsi di quello che era successo e lo seguii. Entrò in una casa, ma quando vi arrivai io, la porta era chiusa, allora bussai, rispose un uomo che mi chiese cosa volevo. Dissi che volevo parlare con la persona entrata poco prima, egli mi fece accomodare e vidi l’Imam (aj) seduto in giardino. Ero talmente attratto dalla sua presenza che mi dimenticai cosa volessi veramente chiedergli, così gli posi altre domande e dopo aver ottenuto le sue risposte, me ne andai.
Uscito dalla casa, mi vennero in mente tutte le quattordici questioni che avrei voluto sottoporgli, perciò bussai di nuovo alla porta, ma l’uomo che venne ad aprire mi disse che l’Imam (aj) non c’era, ma che al suo posto vi era il suo rappresentante. Quando entrai vidi che si trattava dell’ayatullah Seyyed Abolhasan Esfahani. Gli esposi le mie questioni e poi tornai a Najaf.
Sorpreso dell’accaduto, quando andai a Najaf mi recai a casa dell’ayatullah Esfahani, egli vedendomi mi disse: ‘Non ho forse già risposto alle tue domande?’.
Confermai, però gliele posi di nuovo, ed egli mi rispose di nuovo nello stesso modo. Ciò mi permise di comprendere l’elevata posizione in cui si trovava l’ayatullah Esfahani e il suo stretto rapporto con l’Imam (aj)”.[1]
[1] Keramat Salehin.
Feci come egli aveva detto e quando ebbi finito, un nobile uomo arabo s’avvicinò e mi chiese:‘Mi stavi cercando?’.
Risposi:‘No, non sei tu quello che cercavo’.
Egli se ne andò e all’improvviso mi accorsi di quello che era successo e lo seguii. Entrò in una casa, ma quando vi arrivai io, la porta era chiusa, allora bussai, rispose un uomo che mi chiese cosa volevo. Dissi che volevo parlare con la persona entrata poco prima, egli mi fece accomodare e vidi l’Imam (aj) seduto in giardino. Ero talmente attratto dalla sua presenza che mi dimenticai cosa volessi veramente chiedergli, così gli posi altre domande e dopo aver ottenuto le sue risposte, me ne andai.
Uscito dalla casa, mi vennero in mente tutte le quattordici questioni che avrei voluto sottoporgli, perciò bussai di nuovo alla porta, ma l’uomo che venne ad aprire mi disse che l’Imam (aj) non c’era, ma che al suo posto vi era il suo rappresentante. Quando entrai vidi che si trattava dell’ayatullah Seyyed Abolhasan Esfahani. Gli esposi le mie questioni e poi tornai a Najaf.
Sorpreso dell’accaduto, quando andai a Najaf mi recai a casa dell’ayatullah Esfahani, egli vedendomi mi disse: ‘Non ho forse già risposto alle tue domande?’.
Confermai, però gliele posi di nuovo, ed egli mi rispose di nuovo nello stesso modo. Ciò mi permise di comprendere l’elevata posizione in cui si trovava l’ayatullah Esfahani e il suo stretto rapporto con l’Imam (aj)”.[1]
[1] Keramat Salehin.
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