giovedì 10 giugno 2010

Nuovo indirizzo del blog

Questo è il nuovo indirizzo del blog:
http://www.aspettandoilsole.org/aspettandoilsole/

giovedì 22 aprile 2010

Questa è la nostra guida...

Interesse per le questioni familiari
L'Hojjatul-islam wal-muslimin Ibrahim Razini racconta:"L'Ayatollah Khamenei è una guida che si interessa di tutte le questioni, soprattutto del prendersi cura dei propri familiari. Il giorno in cui i pasdaran dovevano partecipare ad un raduno con lui, avemmo l'onore di poterlo incontrare nel suo ufficio prima del convegno. Dopo averci salutato, l'Ayatollah Khamenei, disse: - Oltre ad impegnarvi nel vostro lavoro, occupatevi anche della famiglia. Non dovete pensare solo alle questioni militari, trascurando i diritti dei vostri familiari. I vostri figli non devono avere la sensazione che non vi prendete cura di loro. Essi stanno crescendo e hanno bisogno di essere guidati. Quelli di voi che ne hanno la possibilità e non abitano molto lontano dalla caserma, dovrebbero cercare di tornare a casa dai propri familiari per pranzo e cena.Mi colpì molto questa premura dell'Ayatollah Khamenei verso la famiglia. Egli oltre ad essere molto attento alle questioni militari del paese si occupava anche di ogni minimo particolare della vita quotidiana e lo faceva notare anche agli altri. Questa fu una lezione per tutti noi".

mercoledì 21 aprile 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Seyyed Morteza Hosseyni racconta: «Il giovedì sera era nostra abitudine andare con Hajj Sheykh Mohammad Taqi Bafqi alla moschea di Jamkaran. Una di quelle sere aveva nevicato molto, io ero seduto in casa e all’improvviso mi ricordai che era giovedì. A quel tempo la strada da Qom a Jamkaran non era facilmente transitabile, soprattutto a piedi e con la neve, perciò pensai che probabilmente l’ayatullah Bafqi quella sera non sarebbe andato a Jamkaran. Nonostante ciò, non ero tranquillo quindi andai a casa sua, ma non c’era. Incontrai un conoscente che mi disse di aver visto l’ayatullah Bafqi con un gruppo di studenti dirigersi verso Jamkaran qualche ora prima e che probabilmente adesso erano quasi arrivati.
Non avevo altra scelta che tornare a casa, anche se ero molto preoccupato. In ogni caso mi addormentai e sognai l’imam Mahdi (aj) venire a casa mia e chiedermi: “Seyyed Morteza! Perché sei preoccupato?”. Gli risposi: “Signore mio! Sono preoccupato per Hajj Sheykh Mohammad Taqi Bafqi, poiché stasera è andato alla moschea di Jamkaran e non so in quali condizioni si trovi”.
Egli disse: “Pensi che io sia lontano da lui? Proprio poche ore fa sono stato da lui e gli ho portato il necessario”.
Il giorno dopo incontrai uno degli studenti che era andato alla moschea con l’ayatullah Bafqi e gli chiesi cosa fosse successo.
Raccontò: “Ieri sera ci dirigemmo con l’ayatullah Bafqi verso la moschea e miracolosamente era come se non fosse mai nevicato e la terra fosse asciutta. Arrivammo anche molto presto, però non c’era nessuno e faceva molto freddo e noi non sapevamo cosa fare. All’improvviso un seyyed entrò nella moschea e disse all’ayatullah Bafqi: ‘Volete che vi porti delle coperte e un po’ di legna?’. Egli accettò e il seyyed dopo non molto tempo ci portò quello che ci serviva e se ne andò. Ci chiedemmo da dove si fosse procurato le coperte e la legna poiché il villaggio più vicino era molto distante ed era impossibile che ci avesse messo così poco ad andare e tornare”.
Io gli raccontai il mio sogno e capimmo che l’Imam (aj) non abbandona mai i suoi compagni e li aiuta».[1]
[1] Ketabe masjede Jamkaran.

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (5)

La moglie racconta (dopo che si erano trasferiti in Iran, durante la guerra con l'Iraq): "Un giorno Mostafa mi disse: 'Domani diventerò martire'. Io pensavo stesse scherzando e gli dissi: 'Come se fossi tu a poter decidere!'. Ribatté: 'Io ho chiesto a Dio il martirio e so che Lui esaudirà la mia richiesta. Però voglio che tu acconsenta, voglio andarmene con il tuo consenso'. Alla fine acconsentii, anche se non so come.
La mattina quando stava per uscire gli preparai gli abiti e il fucile come sempre. Quando se ne andò mi resi conto che lui non scherzava mai e che quel giorno non sarebbe tornato, non sarebbe tornato mai più...
Verso mezzogiorno mi chiamarono al telfono dicendo che Mostafa era ferito e dopo vennero ad accompagnarmi all'ospedale. Io conoscevo l'ospedale, ci lavoravo. Come entrammo, mi diressi subito verso la camera mortuaria, sapevo che era diventato martire. Quando vidi il suo corpo dissi: 'Allahumma taqabbal minna hazalqurban' (O Dio, accetta da noi questo sacrificio, frase che disse la nobile Zeynab dopo il martirio dell'imam Husayn)".

martedì 20 aprile 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj): "Dio, gli angeli e tutti gli uomini maledicano coloro che usurpano i nostri beni (come il khums) anche se solo un dirham". Bihar, vol.53, pag.183 in poi, bab 31

In occasione della nascita della nobile Zaynab bint Alì (a)

L'imam Sajjad (a) disse a sua zia Zaynab: "Tu, grazie a Dio, sei una sapiente che non ha avuto insegnante". Bihar vol.45 pag.164

domenica 18 aprile 2010

Questa è la nostra guida...

Il suo coraggio alla preghiera del venerdì
L'Hojjatul-islam wal-muslimin Muhammadì Araqi racconta:"Al tempo della guerra Iraq-Iran, l'Ayatollah Khamenei, oltre a rivestire la carica di Presidente della Repubblica Islamica, era anche l'Imam della preghiera del venerdì di Teheran. Un venerdì, mentre stava tenendo la khutbah, i nemici fecero scoppiare una bomba nell'Università di Teheran, che è il luogo dove si teneva, e tuttora si tiene, la preghiera del venerdì. Subito dopo lo scoppio, l'Ayatollah alzò la mano e proseguì con la khutbah. La sua calma dimostrava che l'accaduto non avrebbe minimamente scalfito il suo forte spirito. Anche la gente, con pazienza e autocontrollo, mantenne l'ordine e continuò ad ascoltare la khutbah come se nulla fosse accaduto. Questo nonostante il fatto che in quel momento molte persone fossero diventate martiri, con il corpo a pezzi, ben visibili a tutti. Quella tragedia fu un evento indimenticabile della Rivoluzione Islamica".

mercoledì 14 aprile 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Hajj Sheykh Hasanali Nokhodaki racconta: «Mi dedicai un anno intero a rituali particolari perché volevo incontrare l’imam Mahdi (aj) e chiedergli di darmi un po’ di capitale da investire.
Trascorso un anno, una notte mi venne rivelato di farmi trovare il giorno dopo nel bazar dei venditori di meloni di Isfahan. Il giorno successivo andai al bazar e mi resi conto che l’Imam (aj) era seduto vicino a uno dei venditori più poveri. Mi avvicinai e lo salutai, dopo aver risposto al mio saluto mi domandò cosa volessi. Gli chiesi un po’ di capitale ed egli mi donò una moneta di scarso valore. Specificai che era per investirlo. Allora non mi diede nemmeno la moneta e capii che non ero ancora degno del suo aiuto.
Mi dedicai un altro anno ai rituali. A volte andavo dal venditore presso cui avevo trovato l’Imam (a) e lo aiutavo. Un giorno gli chiesi se conosceva la tal persona che era seduta vicino a lui quel giorno, rispose: "Non la conosco, ma è una persona molto brava. A volte viene qua e si siede con me, siamo diventati amici. Inoltre se ho difficoltà economiche mi aiuta".
Finito anche il secondo anno, mi fu concesso di nuovo il permesso di incontrare l’Imam (aj), mi recai nello stesso posto della volta precedente. Egli mi diede di nuovo la stessa moneta, la presi e lo ringraziai. Con quella moneta comprai alcune basi su cui incidere timbri che poi vendevo nel bazar. Passavano gli anni e le basi non finivano mai!».[1]
[1] Shammeyi az keramate sheykh Hasanali Nokhodaki.

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (4)

Alla moglie dello Shahid, Ghadah, piaceva recitare la preghiera comunitaria col marito, invece Shahid Chamran preferiva pregare da solo e le diceva: "La tua preghiera si rovina!". Vedeva che dopo ogni preghiera Shahid Chamran faceva dei sajdah molti lunghi, strofinava il suo viso sulla turbah e piangeva. Com'erano lunghe le sue prosternazioni!
Durante la notte, quando si svegliava per la preghiera meritoria della notte, Ghadah gli diceva: "Basta! Riposati, sei stanco!".

Invece lui rispondeva: "Se un commerciante spende dal suo capitale, prima o poi il suo denaro finisce e va in bancarotta, deve investire il suo capitale per poter vivere. Se io non recitassi la preghiera della notte, andrei in bancarotta".

domenica 11 aprile 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj): "Non c'è miglior zikr dello zikr recitato con il tasbih fatto di turbah. Anche se la persona che ha in mano il tasbih si dimentichi di recitare lo zikr e muova con le sue dita le pietrine del tasbih, avrà il merito di aver recitato lo zikr" ". Bihar, vol.53, pag.162 in poi, bab 31

venerdì 9 aprile 2010

Questa è la nostra guida...

Lacrime durante la recitazione del Sacro Corano
All'epoca della guerra (Iraq-Iran), mi stavo recando alla divisione Karbala 25 insieme all'Ayatollah Khamenei. Lungo la strada l'autista accese l'autoradio: stavano trasmettendo la recitazione dei versetti del sacro Verbo di Allah. Dopo alcune ayat anche l'Ayatollah Khamenei iniziò a recitare a bassa voce il sacro Corano insieme alla radio, e a piangere. Con un lembo della kefiah che portava intorno al collo si asciugava le lacrime che gli uscivano dagli occhi.Che onore avere lui come Comandante e come Guida!(Narrato dal comandante brigadiere pasdar Morteza Qorbani)

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

L’ayatullah Hajj Shaykh 'Abdunnabi 'Araqi racconta: “Quando mi trovavo a Najaf, desideravo sottoporre quattordici questioni che non ero riuscito a risolvere, all’imam Mahdi (aj). Sapevo che in quei giorni a Najaf soggiornava un asceta molto noto, quindi andai da lui e gli chiesi se conosceva un modo per poter incontrare l’Imam (aj). Egli mi disse:‘Vai nel deserto con pura intenzione, dopo aver compiuto il wudhu o il ghusl, vai in una zona isolata e siediti verso la qiblah, quindi recita 70 volte …, e fai la tua richiesta. In seguito, chi verrà da te, sarà la persona che stavi cercando, chiedigli ciò che vuoi sapere’.
Feci come egli aveva detto e quando ebbi finito, un nobile uomo arabo s’avvicinò e mi chiese:‘Mi stavi cercando?’.
Risposi:‘No, non sei tu quello che cercavo’.
Egli se ne andò e all’improvviso mi accorsi di quello che era successo e lo seguii. Entrò in una casa, ma quando vi arrivai io, la porta era chiusa, allora bussai, rispose un uomo che mi chiese cosa volevo. Dissi che volevo parlare con la persona entrata poco prima, egli mi fece accomodare e vidi l’Imam (aj) seduto in giardino. Ero talmente attratto dalla sua presenza che mi dimenticai cosa volessi veramente chiedergli, così gli posi altre domande e dopo aver ottenuto le sue risposte, me ne andai.
Uscito dalla casa, mi vennero in mente tutte le quattordici questioni che avrei voluto sottoporgli, perciò bussai di nuovo alla porta, ma l’uomo che venne ad aprire mi disse che l’Imam (aj) non c’era, ma che al suo posto vi era il suo rappresentante. Quando entrai vidi che si trattava dell’ayatullah Seyyed Abolhasan Esfahani. Gli esposi le mie questioni e poi tornai a Najaf.
Sorpreso dell’accaduto, quando andai a Najaf mi recai a casa dell’ayatullah Esfahani, egli vedendomi mi disse: ‘Non ho forse già risposto alle tue domande?’.
Confermai, però gliele posi di nuovo, ed egli mi rispose di nuovo nello stesso modo. Ciò mi permise di comprendere l’elevata posizione in cui si trovava l’ayatullah Esfahani e il suo stretto rapporto con l’Imam (aj)”.[1]
[1] Keramat Salehin.

giovedì 8 aprile 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) a Ishaq ibn Ya'qub: "...Chiudete le porte delle domande che non hanno alcun beneficio per voi e non occupatevi delle scienze e delle questioni di cui non avete bisogno...". Bihar vol.53 pag.180 in poi bab 31

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (3)

La moglie dello Shahid racconta: "I miei parenti dissero che lo sposo doveva portare il regalo per la sposa, ed era nostro uso che questo regalo fosse un anello. Non c'avevo pensato...Mostafa entrò con il suo regalo. Andai ad aprirlo e vidi che era una candela! Accanto alla candela c'era un biglietto con una frase molto bella. Andai a nascondere subito il regalo...Il mio mahr era un Corano e la promessa che lo sposo mi avrebbe guidato sulla via della perfezione e dell'Ahlulbayt (a). Per i miei parenti e amici tutto ciò era molto strano".

martedì 6 aprile 2010

Questa è la nostra guida...

L'importanza della preghiera

Ogni comportamento e ogni azione dell'Ayatollah Khamenei costituiscono un insegnamento spirituale per noi. Quando era Presidente della Repubblica, già il fatto che venisse nelle trincee, nelle divisioni e negli accampamenti con fare amichevole e informale, fu una lezione di umiltà. Ecco un altro esempio di lezione di vita che imparammo da lui, oltre alle innumerevoli altre.Un giorno ci trovavamo nell'accampamento della divisione Hazrat Imam Ridhà (a.s.), dietro Khorramshar. Il nemico teneva sotto forte pressione quella zona e per di più faceva molto caldo. Nel sentire la voce dell'azan del mezzogiorno gli animi si predisposero alla preghiera. La Guida Suprema si trovava nell'accampamento e così tutti si prepararono per la preghiera comunitaria che sarebbe stata condotta dal loro amato capo. Nella moschea non c'era abbastanza posto per tutti, allora l'Ayatollah Khamenei venne fuori al caldo, stese il tappetino e diede inizio alla preghiera. Tutti i presenti seguivano la sua preghiera con uno spirito particolare. Faceva talmente caldo che quando appoggiavamo la fronte sulla pietra durante il sajdah, a causa del calore della torbah, la fronte vi restava incollata. Il grande calore e la pressione del fuoco nemico non hanno mai costituito un motivo valido per rimandare la preghiera comunitaria e all'ora stabilita. Questa è l'importanza che la saggia Guida dà alla preghiera.
(Narrato dal comandante brigadiere pasdar Shushtari)

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Uno degli eruditi appartenente alla setta degli Zaydiyyah, conosciuto per la sua sapienza, viveva nello Yemen e scriveva lettere ai dotti sciiti affinché gli provassero l’esistenza dell’imam Mahdi (aj). Molti risposero alle sue lettere, ma nessuno riuscì a convincerlo; per questo motivo scrisse direttamente al grande marjà l’ayatullah Seyyed Abolhasan Esfahani. Come risposta l’ayatullah Esfahani lo invitò a Najaf ed egli accettò.
Il sapiente zaydita si recò a casa dell’ayatullah Esfahani e incominciarono ad esaminare l’argomento, senza però giungere a una conclusione. Pertanto l’ayatullah Esfahani disse a uno dei suoi servi di prendere una lampada che voleva condurre i suoi ospiti in un posto.
“Dove?”, chiese il sapiente zaydita.
“Vi porterò in un luogo in cui possiate vedere la sua nobile presenza con i vostri occhi affinché non abbiate più alcun dubbio”.
L’allamah Hajj Seyyed Hasan Mirjahani era presente e racconta: «Quando sentimmo le parole dell’Ayatullah rimanemmo di stucco e ci alzammo per andare con loro, ma l’Ayatullah non ce lo permise. Il giorno dopo incontrai il sapiente zaydita e gli chiesi cosa fosse successo.
Rispose: “Ringrazio Dio che ci ha guidati verso la religione della Famiglia della Rivelazione e della Profezia (a) e ci ha convinti dell’esistenza dell’imam Mahdi (aj), ora anche noi siamo seguaci della vostra religione e dell’imam del Tempo (aj)”. Continuò: “Ieri notte, andammo con l’ayatullah Esfahani nel luogo conosciuto come Maqam Waliyyilasr (aj). L’Ayatullah eseguì il wudhu e recitò una preghiera, poi una dua . All’improvviso il luogo s’illuminò di una luce molto forte e io svenni”. Il figlio del sapiente zaydita, che li aveva accompagnati, aggiunse: “Io li stavo aspettando fuori del Maqam, che improvvisamente sentii mio padre urlare. Corsi verso di lui e vidi che era svenuto. Quando si riprese disse di aver visto l’imam Mahdi (aj)”.
Quando il sapiente zaydita tornò nello Yemen s’impegnò a fondo per diffondere lo sciismo fra i suoi compagni».[1]
[1] Keramat Salehin.

sabato 3 aprile 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) a Ishaq ibn Ya'qub: "...E coloro che dubitano della religione di Allah e si sono pentiti di aver pagato il khums, se vogliono possiamo restituire loro ciò che ci hanno dato. Noi non abbiamo bisogno di ciò che ci danno gli incerti...". Bihar vol.53 pag.180 in poi bab 31

venerdì 2 aprile 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (2)

La moglie dello Shahid racconta: "Il giorno che venne a chiedere la mia mano, mia madre gli disse: 'Lo sa questa ragazza con cui si vuol sposare che tipo di ragazza è? La mattina quando si alza, non si è ancora lavata la faccia che la cameriera le ha ordinato il letto e preparato il caffè. Lei non può vivere con una ragazza del genere, non può permettersi di prenderle una cameriera'. Mostafa rispose con calma: 'È vero, io non posso prenderle una cameriera, però le prometto che finché sarò in vita, quando si alza, le ordinerò il letto e le porterò il caffè a letto'. E fino a quando cadde martire mantenne la sua promessa. Persino quando eravamo al fronte ad Ahwaz (durante la guerra), insisteva a voler ordinare il letto e portarmi il caffè. Gli chiesi: 'Perchè lo fai?'. Rispose: 'Perchè ho promesso a tua madre di fare queste cose finché sarò in vita'".

mercoledì 31 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Veglia di preghiera
Una delle caratteristiche della Guida Suprema è di restare sveglio nelle ore notturne. La notte profonda è testimone delle sue preghiere a Dio. Anche quando deteneva la carica di Presidente della Repubblica, le sue veglie notturne, donavano una luce particolare alla sua vita. Durante una visita in Siria, s'incontrò alle dieci di mattina con l'allora presidente Hafez Assad. Questi chiese alla Guida Suprema: "Ha dormito bene stanotte?". Egli pensava che anche l'Ayatollah Khamenei, come gli altri capi di stato, dedicasse molte ore al riposo. La Guida Suprema gli rispose: "Sono sveglio da sette ore!". La gente di Dio è sempre così: per loro il miglior riposo sono l'amore per l'Adorato e le lacrime a notte fonda.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) a Ishaq ibn Ya'qub: "...E coloro che si sporcano le mani con i nostri beni (come il khums) e ne cosiderano una parte halal per sé e la consumano, è come se avessero mangiato il fuoco...". Bihar vol.53 pag.180 in poi bab 31

lunedì 29 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

L’ayatullah Seyyed Abulhasan Esfahani fu uno dei grandi marja' che ebbe l’onore sia di incontrare l’imam Mahdi (aj), sia di ricevere una lettera da parte dell’Imam (aj).
Shaykh Mahmud Halabi racconta: «Io ero una delle persone che a volte criticava il modo in cui l’ayatullah Esfahani guidava la comunità sciita, finché non lo incontrai personalmente in Iraq.
Quando andai da lui, gli feci presente le mie critiche e quelle degli altri, egli rispose a tutte le critiche con grande disponibilità, e alla fine mi disse: “Mi è stato ordinato di comportarmi così”.
Gli chiesi: “Chi le dà gli ordini?”.
Rispose: “Chi potrebbe essere?!”.
Ribattei: “Intende l’imam Mahdi (aj)?”, rispose di sì e mi mostrò una lettera, in cui fra le varie cose c’era scritto:
Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso
Seyyed Abulhasan! Mettiti a disposizione di tutti, siediti fuori dalla tua casa e non chiudere la porta a nessuno. Non porre nessun ostacolo fra te stesso e la gente. Aiuta i miei seguaci che io ti aiuterò, Insha'Allah. al-Mahdi
Gli domandai: “Chi le ha dato questa lettera?”.
Disse: “Me la diede Sheykh Mohammad Kufi, uomo virtuoso e persona affidabile”.
Gli chiesi il permesso di copiare la lettera a condizione che fin quando egli fosse stato in vita non l’avrei mostrata a nessuno»[1].
[1] Keramate Salehin.

Questa è la nostra guida...

La lettera
Nel 1374, egira solare, venne nel mio ambulatorio una signora con il suo bambino. Tutti e due erano affetti da tubercolosi. La signora era talmente ammalata che sputava sangue. Li visitai entrambi e prescrissi loro delle medicine. Quando consegnai la prescrizione alla signora, ella disse sconsolata: "Ho ancora la ricetta dell'altra volta! Ero già stata da lei e, a causa di problemi economici, non ho potuto comperare le medicine. Ho quattro figli e, a parte mia figlia di dieci anni, abbiamo tutti la stessa malattia; oltre a tutto mio marito è invalido e disoccupato. L'unica fonte di sostentamento viene dalla figlia di dieci anni che porta a casa qualche soldo annodando tappeti, ma non basta nemmeno per acquistare il pane". Io le dissi: "Parlerò della vostra situazione con i miei amici così vediamo se riusciamo a trovare una soluzione ai vostri problemi".La signora se ne andò e io continuai a pensare ad una soluzione. Dopo un'ora si ripresentò. Questa volta però aveva un atteggiamento diverso, non stava più nella pelle dalla felicità e mi disse: "Non c'è più bisogno che lei si dia da fare per me!". Le chiesi il motivo e lei mi spiegò: "Quando sono arrivata a casa, è venuta a trovarci una commissione che ha esaminato la nostra situazione. Hanno deciso che domani mattina ci accompagnano tutti in ospedale per farci curare". Le chiesi: "Chi ha mandato questa commissione? ". Lei disse: "La Guida Suprema". Le domandai: "Come ha fatto a sapere della vostra situazione?". Disse: "In questi giorni l'Agha Khamenei è venuto a Qom e, in una lettera indirizzata a lui, ho descritto le mie condizioni di vita. La lettera è stata consegnata all'ufficio della Guida Suprema. Viene data la priorità alle persone che hanno più urgenza e, data la situazione in cui mi trovo, mi è stata concessa questa grazia". Questo approccio fu per me molto dolce. Quando l'essere umano vede questo tipo di comportamento, gli vengono in mente i santi uomini di Dio.

(Dott. Vahidi)

domenica 28 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (1)

La signora Ghadah Jabir, vedova di Shahid Chamran, racconta: "Tutti mi dicevano: 'Tu sei diventata matta! Quest'uomo ha vent'anni più di te, è iraniano, pensa solo alla guerra, non ha denaro, non è come noi, non ha neppure la carta d'identità!' Volevano farmi cambiare idea e impedirmi di sposarmi con Shahid Chamran... Quello che più mi attraeva in lui era il suo amore per la wilayah. Io scrivevo sempre che il lago di Sur (in Libano), ogni granello di terra del Jabal Amil mi facevano ancora sentire la voce di Abudhar (Abudhar era stato esiliato in Libano da parte di Umar). Questa voce era nella mia anima. Sentivo che dovevo andare, arrivare là, però non c'era nessuno a prendere la mia mano. Mostafa l'avrebbe presa. Quando lui è arrivato, era come se fosse arrivato Salman. Lui poteva prendere la mia mano e tirarmi fuori dall'oscurità, da questa routine. Non potevo accettare di sposarmi come gli altri e avere una vita normale...Cercavo un uomo come Mostafa, un'anima grande, libero dal Mondo e dalle cose mondane".

sabato 27 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Uno dei compagni dell’allamah Bahrululum (dopo la sua morte) raccontò: «Accompagnai l’Allamah in un suo viaggio a Samarra. Eravamo in due stanze separate e io cercavo di fare del mio meglio affinché non gli mancasse nulla.
La sera la gente andava dall’Allamah, però una sera notai che egli preferiva rimanere da solo e si ritirò nella sua stanza prima del solito.
Quella sera non riuscii a dormire e mi alzai per andare a vedere se l’Allamah avesse bisogno di qualcosa. Quando mi avvicinai alla sua stanza, vidi che la luce era accesa però l’Allamah non c’era, allora andai a cercarlo.
Raggiunsi il mausoleo dell’imam Hasan Askari e Hadi (a), ma le porte erano chiuse, perciò mi recai nel luogo in cui si dice sia stato visto l’imam Mahdi (aj) per l’ultima volta. Scesi le scale, si sentivano due persone parlare, ma non capivo cosa dicevano. Erano rimasti pochi scalini, a un certo punto sentii l’Allamah dire: “Sayyid Murtaza! Cosa fai?! Perché sei uscito di casa?!”.
Io mi scusai e quando scesi, vidi che l’Allamah era solo e non vi era traccia di un’altra persona...».[1]
[1] Najm al-thaqib.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj): "...Se i nostri sciiti, che Dio li aiuti ad obbedirGli, avessero unito i loro cuori rispettando il Patto, il loro felice incontro con noi non avrebbe avuto ritardo e presto avrebbero avuto la beatitudine di vedermi con vera comprensione e devozione verso di me. Non mi allontana da loro se non venire a conoscenza delle loro azioni che disprezzo e non mi aspetto da loro". Bihar vol.53 pag.176 in poi bab 31

venerdì 26 marzo 2010

In occasione del martirio della nobile Fatimah al-Ma'sumah (a)

L'imam Ridha (a) disse: "Chiunque faccia il pellegrinaggio presso il mausoleo di Fatimah al-Ma'sumah (a) a Qom è come se avesse fatto il pellegrinaggio presso il mio mausoleo. Sa'd! Costui sarà degno del Paradiso!". Nasikh al-Tawarikh, vol.3 pag.68

giovedì 25 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Prestare attenzione nel lodare qualcuno
Nell'estate del 1351, egira solare, mi trovavo a Mashhad. Alcuni amici proposero di andare a pranzo a Jagharq, un paese nei dintorni, la proposta fu accettata e ci avviammo. Dopo aver consumato il pranzo demmo il via alle discussioni scientifiche e politiche. Una di queste discussioni aveva come oggetto un docente universitario: alcuni amici erano suoi oppositori, io invece, quel giorno, ero un suo accanito sostenitore e lo difendevo a spada tratta. La discussione terminò. Nel frattempo eravamo venuti a sapere che l'Ayatollah Khamenei risiedeva nelle vicinanze. Decidemmo di non perdere quell'occasione e di andare a trovarlo tutti insieme. Ci mettemmo perciò in fila per prendere il minibus che ci avrebbe portato a Mashhad. Proprio in quel mentre si mise in fila anche la Guida Suprema e io, che ero un pochino più avanti, mi fermai e salii sul minibus insieme a lui. Mi sedetti accanto a lui e non mi lasciai sfuggire l'occasione per chiedergli la sua opinione riguardo al docente universitario. L'Ayatollah Khamenei iniziò a parlare con determinazione, senza diffamare nessuno, e pacatamente disse: "Quando si loda qualcuno, bisogna farlo rispettando certi limiti, la persona lodata non deve essere indotta a pensare che anche i suoi punti deboli e i difetti vengano approvati".
(Hojjatul-islam wal-muslimin Muhammad Reza Faker)

mercoledì 24 marzo 2010

In occasione della nascita dell'imam Hasan al-Askari (a)

L'imam Hasan al-Askari (a) disse: "Abbiate timore di Dio in modo che noi posssiamo vantarci di voi e non vergognarci!". Bihar vol.78 pag.372

venerdì 19 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (11)

"Era una riunione molto importante...Shahid Beheshti si preparò per incominciare il suo discorso, bisognava decidere riguardo al presidente della Repubblica, se dovesse necessariamente essere un sapiente religioso o no, e altri temi importanti...Erano passati dieci minuti dall'inizio del suo discorso. Shahid Beheshti fece una pausa, guardò intorno i presenti, all'improvviso disse: 'Si sente il profumo del Paradiso. Anche voi lo sentite?' In quel momento scoppiò la bomba nell'ufficio del Partito della Repubblica Islamica (dove si trovavano Shahid Beheshti e i suoi compagni) e l'edificio crollò".

domenica 14 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Rispetto del bayt al-mal (Tesoro pubblico)
Lo zucchero finito
L'Ayatollah Khamenei non permette mai che nella sua vita privata si usi qualcosa che appartiene al bayt al-mal dei musulmani. Uno dei responsabili dell'ufficio della Guida raccontò: "Un giorno, a casa dell'Ayatollah Khamenei, era finito lo zucchero e qualcuno gli chiese il permesso di andare a prenderne un po' dall'ufficio; ma egli rispose: - Lo zucchero dell'ufficio appartiene ai suoi utenti, quindi dobbiamo procurarci lo zucchero da qualche altra parte". Questa precisione la si può trovare solo nella vita dei grandi religiosi, questo modo di agire è un segno della magnanimità e taqwa (timor di Dio) della Guida Suprema.
(Hojjatul-islam wal-muslimin Seyyed Ahmad Khatami)
Il cibo di casa o il cibo del bayt al-mal?
Un giorno ero ospite della Guida Suprema e quando furono pronti per servire il pasto, l'Ayatollah Khamenei disse a suo figlio Mustafà di andare via. Io gli dissi: "Permettetegli di restare, gli ho chiesto io di rimanere con noi". La Guida Suprema spiegò: "Questo cibo appartiene al bayt al-mal e anche lei è ospite del bayt al-mal. Non è lecito che i figli stiano seduti a questa tavola, che vadano a casa a mangiare".In quel momento compresi perché Dio ha concesso così tanto onore alla nostra Guida.
(Ayatollah Javad Amoli)

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (10)

Uno dei suoi conoscenti racconta: "L'anno 1984 mi sposai e otto mesi prima della data prevista per il mio matrimonio invitai anche Shahid Beheshti, egli prese la sua agenda e segnò questo appuntamento. La sera della cerimonia fui veramente sorpreso di vederlo con la sua famiglia, non avrei mai pensato che dopo otto mesi si ricordasse di venire!"

martedì 9 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (9)

Uno dei suoi conoscenti racconta: "Un giorno nella mia casa a Qom tenemmo una riunione a cui partecipò anche Shahid Beheshti. La riunione durò dalle otto di mattina fino a mezzogiorno. Dopo la preghiera e il pranzo egli disse di voler riposare e di svegliarlo dopo dieci minuti. Dopo dieci minuti volevo andare a svegliarlo, ma non feci in tempo ad aprire la porta e vidi che era già in piedi. Gli chiesi: 'Ma lei non ha dormito?'. Mi rispose: 'Certo mi sono addormentato subito e mi sono svegliato esattamente dopo dieci minuti'. Io ero stupefatto: come poteva una persona dopo il viaggio da Tehran a Qom e una riunione così lunga, svegliarsi esattamente dopo dieci minuti?! Ciò successe più volte, alla fine mi resi conto che una persona così matura spiritualmente, raggiunge un controllo di sé tale da poter controllare le proprie ore di veglia e sonno".

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Questa era la mia lettera per te, caro fratello, tu che sei un nostro vero devoto e aiutante. Che tu possa avere sempre l'attenzione di Dio con i Suoi 'occhi' che mai dormono e ti protegga". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31 (solo alcune parti della lettera sono state tradotte)

lunedì 8 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (8)

Uno dei suoi amici racconta: 'Volevamo andare da Amburgo a un'altra città in treno. Era quasi mezzogiorno che arrivammo alla stazione e il treno non era ancora arrivato. Quindi vidi il signor Beheshti prendere la bussola che indica la direzione della qiblah e incominciare a pregare. Tutti lo guardavano con curiosità (a quei tempi erano in pochi ad aver visto musulmani pregare). Allora qualcuno chiamò la polizia. La polizia gli si avvicinò e una volta finita la sua preghiera gli dissero: "Cosa sta facendo? Deve venire con noi a dare spiegazioni". Egli con gentilezza spiegò: "Io sono musulmano e questo è il nostro modo di pregare. Ogni atto rituale ha il suo tempo specifico e mezzogiorno è l'ora di questa preghiera". Sentito ciò la polizia se ne andò'.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...comportatevi secondo le azioni che vi avvicinano a noi e evitate le azioni che vi allontanano da noi e ci fanno adirare...". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

sabato 6 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Il nobile sapiente Molla Salmasi accompagnò l’allamah Bahrululum alla Mecca, riguardo a questo viaggio racconta: «Nonostante fossimo all’estero e lontano dalla famiglia, l’Allamah prestava il suo denaro a chi ne avesse bisogno, senza temere che potesse terminare. Alla fine restammo senza denaro e io lo feci presente all’Allamah. Egli non disse niente.
Era sua abitudine compiere il tawaf la mattina, poi si ritirava nella sua stanza e quindi impartiva lezioni ai suoi allievi in un’altra stanza.
Quel giorno, dopo essere tornato dal tawaf, si recò nella sua stanza; qualcuno bussò alla porta, egli stesso andò ad aprirla. Un nobile uomo arabo entrò ed entrambi si recarono nella stanza dell’Allamah. L’uomo rimase per un po’, parlarono insieme, quindi si alzò per congedarsi. L’Allamah lo accompagnò fino alla porta, gli baciò la mano e l’uomo uscì.
L’Allamah mi diede una lettera consegnatagli dal nobile arabo, dicendo: “Questa lettera è per un uomo che ha un negozio vicino al colle Safa, vai da lui e fatti dare quello che c’è scritto in questa lettera”. Io andai da quest’uomo, quando gli porsi la lettera, egli la baciò e mi disse: “Porta alcuni operai”.
Tornai con quattro operai e l’uomo ci diede rial francesi della quantità che questi operai potevano portare, quindi tornammo a casa.
Dopo un po’ di tempo mi recai di nuovo da quest’uomo, ma quando andai in quel luogo, mi resi conto che non c’erano né il negozio, né l’uomo. Chiesi a un passante che mi disse che non c’era mai stata una tal persona in quella zona.»

Questa è la nostra guida...

Sposi e spose
Dopo aver unito in matrimonio diverse coppie di giovani, tra cui anche il figlio del sottoscritto, la Guida Suprema diede i seguenti consigli agli sposi e alle spose: "Se voi portate a casa un oggetto inanimato e volete usarlo come utensile, non c'è bisogno che lo curiate, basta una pulitina ogni tanto. Se invece portate a casa una pianta viva, dovete curarla ogni giorno e prestare attenzione alla luce, all'acqua e all'aria di cui ha bisogno". Proseguì dicendo: "Voi state portando a casa un fiore vivo e dovete curarlo continuamente affinché non appassisca. Le signore spose devono prendersi cura degli sposi e dedicarsi a loro, e anche i signori sposi devono prendersi cura delle spose e trattarle gentilmente" .

(Hojjatul-islam wal-muslimin Seyyed Alì Hosseyni, Teheran)

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Avete dimenticato il patto fatto con Dio (di seguire la nostra wilayah) come se non sapeste!...". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

giovedì 4 marzo 2010

In occasione della nascita del profeta Muhammad (s) e dell'imam Sadiq (a)

Un uomo andò dal Profeta (s) e, mentre tremava, si mise a parlare con lui, quindi il Profeta (s) gli disse: "Stai tranquillo, io non sono un re. Io sono il figlio di una donna che mangiava carne secca conservata col sale". Sunan ibn Majah 2/1101/3312
L'imam Baqir (a) disse: "Il Messaggero di Dio (s) mangiava come un servo, si sedeva come un servo; mangiava e dormiva per terra". al-Mahasin 2/244/1759
La notte l'imam Sadiq (a) prendeva con sé un sacco con pane, carne e denaro, lo metteva sulle spalle e lo distribuiva tra i bisognosi di Medina, senza che loro lo potessero riconoscere. Quand'egli morì, essi si resero conto che quella persona che li aiutava era l'imam Sadiq (a). al-Kafi 1/8/4

mercoledì 3 marzo 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Io sono a conoscenza di ciò che vi accade e niente mi rimane nascosto. Sono a conoscenza dei vostri errori da quando molti di voi si sono allontanati dalla via dei loro antenati probi....". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

martedì 2 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (7)

Uno dei suoi figli racconta: "Prima della Rivoluzione Islamica per tutto il giorno e dopo la Rivoluzione per metà giornata, il venerdì era a nostra disposizione. Anche se le più importanti personalità politiche straniere chiedevano di incontrarlo in quel giorno, diceva che il venerdì non poteva perchè si dedicava alla famiglia, doveva dettare ai suoi figli e aiutarli negli studi, a meno che non fosse l'Imam a ordinarglielo. Il venerdì con lui ci dedicavamo ad ogni tipo di attività: dal giardinaggio al gioco nel cortile".

domenica 28 febbraio 2010

Questa è la nostra guida...

La necessità di stare più attenti all'estero
All'epoca in cui volli lasciare il paese (Iran) per andare all'estero a fare tabligh, mi recai dalla Guida Suprema per avere un suo consiglio e lui mi disse: "Quando sarai là, cerca di raddoppiare gli atti mustahabb (meritori), poiché all'estero l'impegno richiesto per restare immune dai peccati è maggiore. Eseguendo questi atti, se al tuo ritorno non sarai migliorato, almeno sarai rimasto come eri quando sei partito; in quella cultura bisogna usare un antidoto più potente".
Questo suggerimento mi fu molto prezioso durante quegli anni.

(Hojjatul-islam wal-muslimin dott. Morteza Tehrani)

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Il nobile sapiente Mirza Qomi racconta: «Stavamo recitando la preghiera con l’allamah Bahrululum nel mausoleo degli imam Hadi e imam Hasan Askari (a). Finito di recitare la testimonianza della seconda rakah, l’Allamah stava per alzarsi che si fermò un attimo. Quando la preghiera terminò, tutti eravamo sorpresi dell’accaduto, però nessuno aveva il coraggio di chiedergli il perché. Tornati a casa, uno dei sayyid mi pregò di domandare all’Allamah il motivo per cui si era fermato un attimo durante la preghiera, io mi rifiutai. L’Allamah si rese conto che stavamo discutendo e mi chiese: “Di cosa state parlando?”. Allora risposi: “Volevamo sapere perché durante la preghiera ti sei fermato per un attimo”. L’Allamah spiegò: “L’imam Mahdi (aj) era entrato nel mausoleo per rivolgere il saluto al suo nobile padre: è nel vedere il suo viso luminoso che mi sono fermato un attimo”».[1]
[1] Najm al-thaqib

In occasione della Settimana dell'Unità tra musulmani

L'Unità tra musulmani nel Sacro Corano:
"Sì, questa vostra Comunità è un'unica Comunità e Io sono il vostro Signore. AdorateMi!" (21:92)

"In verità questa vostra Comunità è una Comunità unica e Io sono il vostro Signore. TemeteMi dunque." (23:52)

"Aggrappatevi tutti insieme alla corda di Allah e non dividetevi tra voi e ricordate la grazia che Allah vi ha concesso: quando eravate nemici è Lui che ha riconciliato i cuori vostri e per grazia Sua siete diventati fratelli. E quando eravate sul ciglio di un abisso di fuoco, è Lui che vi ha salvati. Così Allah vi manifesta i segni Suoi affinché possiate guidarvi.
Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi le buone consuetudini e proibisca ciò che è riprovevole. Ecco coloro che prospereranno.
E non siate come coloro che si sono divisi, opposti gli uni agli altri, dopo che ricevettero le prove. Per loro c'è castigo immenso."
(3:103-104-105)

mercoledì 24 febbraio 2010

1171 anni di imamato...

Con il martirio dell'imam Hasan al-Askari (a) nell'anno 260 dell'egira, incomincia l'imamato dell'imam Mahdi (aj)
Il Profeta (s) disse: "Ti sia data una lieta novella, o Fatima! Mahdi nascerà dalla tua progenie". Kanz al-'ummal, hadith 34208

martedì 23 febbraio 2010

In occasione del martirio dell'imam Hasan al-Askari (a)

Quando Abu Muhammad, l'imam Hasan al-Askari (a),fu messo in prigione dal califfo abasside, i seguaci degli abassidi andarono da Salih ibn Wasif e gli dissero di non aver pietà di lui. Egli rispose: "Che altro posso fare?! Gli ho mandato due dei peggiori uomini che potessi trovare e quei due (sotto la sua influenza) ora si dedicano alla preghiera". Bihar, vol.50, pag.308

lunedì 22 febbraio 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Mirza Abolqasem Qomi racconta: «Io e l’allamah Bahrululum partecipavamo alle lezioni di Baqer Behbahani e quando studiavamo insieme, ero io a spiegargli le lezioni. In seguito mi trasferii in Iran e, dopo un po’ di tempo, venni a sapere che Sayyid Bahrululum era considerato da tutti un grande sapiente. Questo mi sorprese, poiché durante i nostri studi insieme aveva dimostrato di non essere molto brillante.
Durante un viaggio in Iraq incontrai Sayyid Bahrululum e mi resi conto che era davvero un mare di sapienza (Bahrululum), per questo motivo gli chiesi come avesse raggiunto tale livello di conoscenza. Egli mi rispose: “La risposta di quello che mi chiedi è un segreto, però te lo rivelerò, a patto che, fino a quando sono vivo, non lo dica a nessuno”. Io accettai, quindi mi disse: “Una notte andai alla moschea di Kufa e vidi il mio signore, l’imam Mahdi (aj) che recitava una preghiera. Lo salutai ed egli mi rispose e mi ordinò di avvicinarmi, io feci qualche passo, mi ordinò di andare più vicino, mi avvicinai ancora, di nuovo mi ordinò di avvicinarmi. Allora mi abbracciò e ciò che Dio volle si trasferì nel mio petto”».[1]
[1][1] Najm al-thaqib.

Questa è la nostra guida...

Conoscenza della storia e degli statisti di vari paesi
Durante il primo incontro tenutosi tra la Guida Suprema e Kofi Annan, all'inizio dei colloqui, s'intrattennero sulla storia del Ghana, i suoi personaggi di primo piano e la sua situazione politica e sociale. Dopo l'incontro, Kofi Annan disse:"Io che provengo dal Ghana non sono così informato sul mio paese come lo è lui. Gli iraniani e i musulmani devono essere orgogliosi di avere una guida come lui. Magari fosse lui il segretario generale delle Nazioni Unite!".Inoltre, dopo la riunione, ai giornalisti disse che l'Ayatollah Khamenei aveva conquistato il suo cuore sin dal primo istante dell'incontro.
(Hojjatul-islam Payandeh, docente universitario)

domenica 21 febbraio 2010

Il tawakkul (1)

Uno degli aspetti fondamentali dell'Islam è il tawakkul.
Il tawakkul è l'affidarsi a Dio, sperare solo in Lui affinché le nostre questioni si risolvano o succeda ciò che Egli ha stabilito sia meglio per noi.
L'ayatollah Mesbah Yazdi tratta questo argomento nei primi capitoli del libro "Rahyane kuye dust" (lett. Coloro che sono in viaggio verso l'Amico, cioè Dio), dove analizza l'hadith Mi'raj. Mi sono ispirata al suo testo per scrivere questo post.

La più importante fonte dell'Islam, il Corano, cita più volte il tawakkul come una delle azioni dei veri credenti (3:122, 5:23, 8:2) e invita più volte ad affidarsi solo a Dio, nominando le sue caratteristiche perfette (25:58, 27:79, 39:36, 6:14-17). D'altronde a chi rivolgersi se non a Colui che è l'Onnipotente, il Vivo, il Creatore?
Ma ci rendiamo conto ancor di più dell'importanza del tawakkul leggendo alcuni bellissimi hadith degli Infallibili Imam (a) a questo riguardo.
L'imam Sadiq riporta che il Profeta disse "Dio rivelò a uno dei suoi Profeti (a):
Giuro sulla mia Gloria e Magnificenza, chiunque abbia speranza in altri che Me, non gli darò speranza, tra la gente gli vestirò l'abito dell'umiliazione e lo terrò lontano dalla Mia grazia. Nelle difficoltà il Mio servo spera in altri che Me, quando le difficoltà sono nelle Mie mani, sono Io l'Autosufficiente e il Misericordioso, la chiave dei suoi problemi è nelle Mie mani e la mia porta è aperta per chiunque Mi chiami?"
In un altro hadith Dio dice: "Chi può dire di essersi affidato a Me nelle difficoltà e io lo abbia abbandonato?", inoltre: "Chi può dire di essersi affidato a Me nei suoi grandi progetti e io non gli abbia dato speranza?".
Ancora Dio ci dice: "Ho tenuto protette presso di Me le speranze dei Miei servi, ma loro non hanno dimostrato di essere contenti (le hanno affidate ad altri o a loro stessi, altrimenti non andrebbero a cercare l'aiuto di altri, e ciò dimostra che in realtà non Mi hanno accettato come loro Signore o non si fidano di Me), e ho riempito i Miei cieli di coloro che non si stancano di lodarMi (gli angeli) e ho ordinato loro di non chiudere le porte tra Me e i Miei servi, però loro (i Miei servi) non si sono fidati della Mia parola".
(continua)

sabato 20 febbraio 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "Al mio fratello forte in fede e waliyy maturo al-Shaykh al-Mufid... che Dio mantenga costante la sua gloria... ringrazio Dio, oltre a cui non c'è altra divinità, di avere un compagno com te...". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

mercoledì 17 febbraio 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Il grande sapiente Mulla Zaynulabidin Salmasi racconta: «Un giorno stavo partecipando a una delle lezioni dell’allamah Tabatabai Bahrululum a Najaf. Quando la lezione finì, uno degli astanti chiese all’Allamah di narrare una delle sue esperienze gnostiche. Allora Sayyid Bahrululum raccontò: -Alcune notti fa mi recai alla moschea di Kufa per recitare la preghiera meritoria della notte. Allorché uscii dalla moschea, volevo tornare a Najaf, che inaspettatamente sentii il bisogno di andare alla moschea di Sahlah, però ero preoccupato di non arrivare in tempo a Najaf per le lezioni del mattino.
Ero ancora in dubbio quando improvvisamente arrivò una tempesta di sabbia che mi guidò fino alla moschea di Sahlah; entrai e vidi che non c’era nessuno tranne un nobile uomo dedito a suppliche che facevano piangere gli occhi e il cuore di chi le ascoltava. Sentii che mi tremavano le ginocchia nel sentire queste parole e frasi commoventi, che mai avevo sentito prima d’allora. Incominciai a piangere e rimasi lì fino a quando le sue suppliche finirono. L’uomo si accorse della mia presenza e mi disse di avvicinarmi. Io avanzai di qualche passo, mi disse di avvicinarmi ancora di più. Feci qualche altro passo, di nuovo mi ripeté lo stesso ordine dicendo: “L’educazione richiede che gli ordini vengano rispettati”. Allora gli andai così vicino che la mia mano poteva toccarlo e la sua poteva toccare me, quindi egli (aj) incominciò a parlarmi».[1]
[1] Najm al-thaqib.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) che il suo nobile padre gli disse (continua dal precedente): "...quando le loro basi e i loro pilastri si rafforzeranno, allora i nemici dell'Islam si disperderanno...". Bihar vol.51 pag.313 in poi bab 15

martedì 16 febbraio 2010

Questa è la nostra guida...

Per non inchinarsi
In Libia, era stato innalzato un tendone la cui entrata era bassa, e chiunque volesse entrarci, era costretto a piegarsi. All'interno del tendone, proprio di fronte all'ingresso, era stato appeso un ritratto di Gheddafi, di modo che tutti quelli che entravano, involontariamente, chinavano la testa alla foto di Gheddafi. Quando fu la volta dell'Ayatollah Khamenei, per non dover chinare il capo al ritratto di Gheddafi, entrò dandogli la schiena.
(Ayatollah Khazali)

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) che il suo nobile padre gli disse (continua dal precedente): "... il loro comportamento nella religione è severo, persino i loro nemici ammettono il loro buon carattere ...". Bihar vol.51 pag.313 in poi bab 15

lunedì 15 febbraio 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) che il suo nobile padre gli disse (continua dal precedente): "...le loro anime sono pure dall'impurità dell'opposizione...". Bihar vol.51 pag.313 in poi bab 15

domenica 14 febbraio 2010

Questa è la nostra guida...

Rispetto dei limiti religiosi in diplomazia
Una delle questioni che durante la Presidenza dell'Ayatollah Khamenei ebbe grande eco nel mondo e produsse un'impressione favorevole nei musulmani, fu il suo comportamento nei confronti di un invito a una cena ufficiale da parte del presidente dello Zimbabwe (gennaio 1986). Dopo che alla Guida Suprema fu fatto presente che a tavola vi erano delle bevande alcoliche, egli fece sapere che la delegazione iraniana non si sarebbe presentata a quell'invito a meno che non fossero tolti gli alcolici. Fu risposto: "Noi non avremo a che fare con voi, nel senso che non li offriremo agli iraniani, bensì li offriremo agli ospiti non-iraniani, secondo le nostre usanze". La Guida Suprema comunicò: "Noi non presenzieremo ad una cena dove vi siano bevande alcoliche, poiché secondo la sharia è haram". Gli zimbabwesi non accettarono di togliere gli alcolici e la Guida non partecipò a quella cena.Gli occidentali e i loro media pensarono di aver trovato un'occasione ghiotta, e nel mondo diffusero questa notizia dicendo che gli iraniani e il loro Presidente avevano infranto il protocollo in vigore negli incontri internazionali, non presentandosi ad una cena ufficiale; tuttavia nel mondo islamico la diffusione di questa notizia rinforzò la posizione degli ideali del sistema islamico e favorì la Repubblica Islamica dell'Iran.
(Dott. Alì Akbar Velayati, Consigliere della Guida Suprema per gli Affari Internazionali)

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Moqaddas Ardabili aveva un allievo molto virtuoso e sapiente che si chiamava Mir 'Allam.
Questo suo allievo racconta: «Una notte, dopo aver finito di studiare, uscii e mi accorsi che un uomo si stava dirigendo verso il mausoleo dell’imam Alì (a). Pensai che fosse un ladro, perciò mi avvicinai senza che egli s’accorgesse della mia presenza. Egli si avvicinò al mausoleo dell’Imam (a), quindi vidi che la prima porta e in seguito la seconda e la terza si aprirono. L’uomo porse il suo saluto all’Imam (a) e ricevette risposta, quindi incominciò a parlare di questioni religiose con l’Imam (a). Quando sentii la sua voce, capii che era il mio maestro Moqaddas Ardabili. In seguito egli uscì dal mausoleo e si diresse verso Kufa mentre io continuavo a seguirlo. Giunto alla moschea di Kufa, lo sentii parlare con un’altra persona riguardo agli stessi argomenti.
Uscito dalla moschea, lo chiamai: “Signore mio! Io ti ho seguito per tutta la notte, ti prego, dimmi chi erano le persone con cui hai parlato”.
Egli mi fece promettere che non avrei raccontato questo suo segreto a nessuno finché era in vita, quindi mi disse: “A volte ho problemi a risolvere alcune questioni religiose, perciò di notte mi reco presso la tomba del Principe dei Credenti (a), con cui ne discuto e lui mi risponde. Stanotte l’imam Alì (a) mi ha mandato dall’imam Mahdi (aj), dicendomi che egli si trovava presso la moschea di Kufa e di chiedere a lui riguardo a questa questione”».[1]
Esiste anche un’altra versione di questa vicenda, leggermente diversa.
[1] Bihar al-anwar.