La signora Ghadah Jabir, vedova di Shahid Chamran, racconta: "Tutti mi dicevano: 'Tu sei diventata matta! Quest'uomo ha vent'anni più di te, è iraniano, pensa solo alla guerra, non ha denaro, non è come noi, non ha neppure la carta d'identità!' Volevano farmi cambiare idea e impedirmi di sposarmi con Shahid Chamran... Quello che più mi attraeva in lui era il suo amore per la wilayah. Io scrivevo sempre che il lago di Sur (in Libano), ogni granello di terra del Jabal Amil mi facevano ancora sentire la voce di Abudhar (Abudhar era stato esiliato in Libano da parte di Umar). Questa voce era nella mia anima. Sentivo che dovevo andare, arrivare là, però non c'era nessuno a prendere la mia mano. Mostafa l'avrebbe presa. Quando lui è arrivato, era come se fosse arrivato Salman. Lui poteva prendere la mia mano e tirarmi fuori dall'oscurità, da questa routine. Non potevo accettare di sposarmi come gli altri e avere una vita normale...Cercavo un uomo come Mostafa, un'anima grande, libero dal Mondo e dalle cose mondane".
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