mercoledì 31 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Veglia di preghiera
Una delle caratteristiche della Guida Suprema è di restare sveglio nelle ore notturne. La notte profonda è testimone delle sue preghiere a Dio. Anche quando deteneva la carica di Presidente della Repubblica, le sue veglie notturne, donavano una luce particolare alla sua vita. Durante una visita in Siria, s'incontrò alle dieci di mattina con l'allora presidente Hafez Assad. Questi chiese alla Guida Suprema: "Ha dormito bene stanotte?". Egli pensava che anche l'Ayatollah Khamenei, come gli altri capi di stato, dedicasse molte ore al riposo. La Guida Suprema gli rispose: "Sono sveglio da sette ore!". La gente di Dio è sempre così: per loro il miglior riposo sono l'amore per l'Adorato e le lacrime a notte fonda.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) a Ishaq ibn Ya'qub: "...E coloro che si sporcano le mani con i nostri beni (come il khums) e ne cosiderano una parte halal per sé e la consumano, è come se avessero mangiato il fuoco...". Bihar vol.53 pag.180 in poi bab 31

lunedì 29 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

L’ayatullah Seyyed Abulhasan Esfahani fu uno dei grandi marja' che ebbe l’onore sia di incontrare l’imam Mahdi (aj), sia di ricevere una lettera da parte dell’Imam (aj).
Shaykh Mahmud Halabi racconta: «Io ero una delle persone che a volte criticava il modo in cui l’ayatullah Esfahani guidava la comunità sciita, finché non lo incontrai personalmente in Iraq.
Quando andai da lui, gli feci presente le mie critiche e quelle degli altri, egli rispose a tutte le critiche con grande disponibilità, e alla fine mi disse: “Mi è stato ordinato di comportarmi così”.
Gli chiesi: “Chi le dà gli ordini?”.
Rispose: “Chi potrebbe essere?!”.
Ribattei: “Intende l’imam Mahdi (aj)?”, rispose di sì e mi mostrò una lettera, in cui fra le varie cose c’era scritto:
Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso
Seyyed Abulhasan! Mettiti a disposizione di tutti, siediti fuori dalla tua casa e non chiudere la porta a nessuno. Non porre nessun ostacolo fra te stesso e la gente. Aiuta i miei seguaci che io ti aiuterò, Insha'Allah. al-Mahdi
Gli domandai: “Chi le ha dato questa lettera?”.
Disse: “Me la diede Sheykh Mohammad Kufi, uomo virtuoso e persona affidabile”.
Gli chiesi il permesso di copiare la lettera a condizione che fin quando egli fosse stato in vita non l’avrei mostrata a nessuno»[1].
[1] Keramate Salehin.

Questa è la nostra guida...

La lettera
Nel 1374, egira solare, venne nel mio ambulatorio una signora con il suo bambino. Tutti e due erano affetti da tubercolosi. La signora era talmente ammalata che sputava sangue. Li visitai entrambi e prescrissi loro delle medicine. Quando consegnai la prescrizione alla signora, ella disse sconsolata: "Ho ancora la ricetta dell'altra volta! Ero già stata da lei e, a causa di problemi economici, non ho potuto comperare le medicine. Ho quattro figli e, a parte mia figlia di dieci anni, abbiamo tutti la stessa malattia; oltre a tutto mio marito è invalido e disoccupato. L'unica fonte di sostentamento viene dalla figlia di dieci anni che porta a casa qualche soldo annodando tappeti, ma non basta nemmeno per acquistare il pane". Io le dissi: "Parlerò della vostra situazione con i miei amici così vediamo se riusciamo a trovare una soluzione ai vostri problemi".La signora se ne andò e io continuai a pensare ad una soluzione. Dopo un'ora si ripresentò. Questa volta però aveva un atteggiamento diverso, non stava più nella pelle dalla felicità e mi disse: "Non c'è più bisogno che lei si dia da fare per me!". Le chiesi il motivo e lei mi spiegò: "Quando sono arrivata a casa, è venuta a trovarci una commissione che ha esaminato la nostra situazione. Hanno deciso che domani mattina ci accompagnano tutti in ospedale per farci curare". Le chiesi: "Chi ha mandato questa commissione? ". Lei disse: "La Guida Suprema". Le domandai: "Come ha fatto a sapere della vostra situazione?". Disse: "In questi giorni l'Agha Khamenei è venuto a Qom e, in una lettera indirizzata a lui, ho descritto le mie condizioni di vita. La lettera è stata consegnata all'ufficio della Guida Suprema. Viene data la priorità alle persone che hanno più urgenza e, data la situazione in cui mi trovo, mi è stata concessa questa grazia". Questo approccio fu per me molto dolce. Quando l'essere umano vede questo tipo di comportamento, gli vengono in mente i santi uomini di Dio.

(Dott. Vahidi)

domenica 28 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Mostafa Chamran (1)

La signora Ghadah Jabir, vedova di Shahid Chamran, racconta: "Tutti mi dicevano: 'Tu sei diventata matta! Quest'uomo ha vent'anni più di te, è iraniano, pensa solo alla guerra, non ha denaro, non è come noi, non ha neppure la carta d'identità!' Volevano farmi cambiare idea e impedirmi di sposarmi con Shahid Chamran... Quello che più mi attraeva in lui era il suo amore per la wilayah. Io scrivevo sempre che il lago di Sur (in Libano), ogni granello di terra del Jabal Amil mi facevano ancora sentire la voce di Abudhar (Abudhar era stato esiliato in Libano da parte di Umar). Questa voce era nella mia anima. Sentivo che dovevo andare, arrivare là, però non c'era nessuno a prendere la mia mano. Mostafa l'avrebbe presa. Quando lui è arrivato, era come se fosse arrivato Salman. Lui poteva prendere la mia mano e tirarmi fuori dall'oscurità, da questa routine. Non potevo accettare di sposarmi come gli altri e avere una vita normale...Cercavo un uomo come Mostafa, un'anima grande, libero dal Mondo e dalle cose mondane".

sabato 27 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Uno dei compagni dell’allamah Bahrululum (dopo la sua morte) raccontò: «Accompagnai l’Allamah in un suo viaggio a Samarra. Eravamo in due stanze separate e io cercavo di fare del mio meglio affinché non gli mancasse nulla.
La sera la gente andava dall’Allamah, però una sera notai che egli preferiva rimanere da solo e si ritirò nella sua stanza prima del solito.
Quella sera non riuscii a dormire e mi alzai per andare a vedere se l’Allamah avesse bisogno di qualcosa. Quando mi avvicinai alla sua stanza, vidi che la luce era accesa però l’Allamah non c’era, allora andai a cercarlo.
Raggiunsi il mausoleo dell’imam Hasan Askari e Hadi (a), ma le porte erano chiuse, perciò mi recai nel luogo in cui si dice sia stato visto l’imam Mahdi (aj) per l’ultima volta. Scesi le scale, si sentivano due persone parlare, ma non capivo cosa dicevano. Erano rimasti pochi scalini, a un certo punto sentii l’Allamah dire: “Sayyid Murtaza! Cosa fai?! Perché sei uscito di casa?!”.
Io mi scusai e quando scesi, vidi che l’Allamah era solo e non vi era traccia di un’altra persona...».[1]
[1] Najm al-thaqib.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj): "...Se i nostri sciiti, che Dio li aiuti ad obbedirGli, avessero unito i loro cuori rispettando il Patto, il loro felice incontro con noi non avrebbe avuto ritardo e presto avrebbero avuto la beatitudine di vedermi con vera comprensione e devozione verso di me. Non mi allontana da loro se non venire a conoscenza delle loro azioni che disprezzo e non mi aspetto da loro". Bihar vol.53 pag.176 in poi bab 31

venerdì 26 marzo 2010

In occasione del martirio della nobile Fatimah al-Ma'sumah (a)

L'imam Ridha (a) disse: "Chiunque faccia il pellegrinaggio presso il mausoleo di Fatimah al-Ma'sumah (a) a Qom è come se avesse fatto il pellegrinaggio presso il mio mausoleo. Sa'd! Costui sarà degno del Paradiso!". Nasikh al-Tawarikh, vol.3 pag.68

giovedì 25 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Prestare attenzione nel lodare qualcuno
Nell'estate del 1351, egira solare, mi trovavo a Mashhad. Alcuni amici proposero di andare a pranzo a Jagharq, un paese nei dintorni, la proposta fu accettata e ci avviammo. Dopo aver consumato il pranzo demmo il via alle discussioni scientifiche e politiche. Una di queste discussioni aveva come oggetto un docente universitario: alcuni amici erano suoi oppositori, io invece, quel giorno, ero un suo accanito sostenitore e lo difendevo a spada tratta. La discussione terminò. Nel frattempo eravamo venuti a sapere che l'Ayatollah Khamenei risiedeva nelle vicinanze. Decidemmo di non perdere quell'occasione e di andare a trovarlo tutti insieme. Ci mettemmo perciò in fila per prendere il minibus che ci avrebbe portato a Mashhad. Proprio in quel mentre si mise in fila anche la Guida Suprema e io, che ero un pochino più avanti, mi fermai e salii sul minibus insieme a lui. Mi sedetti accanto a lui e non mi lasciai sfuggire l'occasione per chiedergli la sua opinione riguardo al docente universitario. L'Ayatollah Khamenei iniziò a parlare con determinazione, senza diffamare nessuno, e pacatamente disse: "Quando si loda qualcuno, bisogna farlo rispettando certi limiti, la persona lodata non deve essere indotta a pensare che anche i suoi punti deboli e i difetti vengano approvati".
(Hojjatul-islam wal-muslimin Muhammad Reza Faker)

mercoledì 24 marzo 2010

In occasione della nascita dell'imam Hasan al-Askari (a)

L'imam Hasan al-Askari (a) disse: "Abbiate timore di Dio in modo che noi posssiamo vantarci di voi e non vergognarci!". Bihar vol.78 pag.372

venerdì 19 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (11)

"Era una riunione molto importante...Shahid Beheshti si preparò per incominciare il suo discorso, bisognava decidere riguardo al presidente della Repubblica, se dovesse necessariamente essere un sapiente religioso o no, e altri temi importanti...Erano passati dieci minuti dall'inizio del suo discorso. Shahid Beheshti fece una pausa, guardò intorno i presenti, all'improvviso disse: 'Si sente il profumo del Paradiso. Anche voi lo sentite?' In quel momento scoppiò la bomba nell'ufficio del Partito della Repubblica Islamica (dove si trovavano Shahid Beheshti e i suoi compagni) e l'edificio crollò".

domenica 14 marzo 2010

Questa è la nostra guida...

Rispetto del bayt al-mal (Tesoro pubblico)
Lo zucchero finito
L'Ayatollah Khamenei non permette mai che nella sua vita privata si usi qualcosa che appartiene al bayt al-mal dei musulmani. Uno dei responsabili dell'ufficio della Guida raccontò: "Un giorno, a casa dell'Ayatollah Khamenei, era finito lo zucchero e qualcuno gli chiese il permesso di andare a prenderne un po' dall'ufficio; ma egli rispose: - Lo zucchero dell'ufficio appartiene ai suoi utenti, quindi dobbiamo procurarci lo zucchero da qualche altra parte". Questa precisione la si può trovare solo nella vita dei grandi religiosi, questo modo di agire è un segno della magnanimità e taqwa (timor di Dio) della Guida Suprema.
(Hojjatul-islam wal-muslimin Seyyed Ahmad Khatami)
Il cibo di casa o il cibo del bayt al-mal?
Un giorno ero ospite della Guida Suprema e quando furono pronti per servire il pasto, l'Ayatollah Khamenei disse a suo figlio Mustafà di andare via. Io gli dissi: "Permettetegli di restare, gli ho chiesto io di rimanere con noi". La Guida Suprema spiegò: "Questo cibo appartiene al bayt al-mal e anche lei è ospite del bayt al-mal. Non è lecito che i figli stiano seduti a questa tavola, che vadano a casa a mangiare".In quel momento compresi perché Dio ha concesso così tanto onore alla nostra Guida.
(Ayatollah Javad Amoli)

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (10)

Uno dei suoi conoscenti racconta: "L'anno 1984 mi sposai e otto mesi prima della data prevista per il mio matrimonio invitai anche Shahid Beheshti, egli prese la sua agenda e segnò questo appuntamento. La sera della cerimonia fui veramente sorpreso di vederlo con la sua famiglia, non avrei mai pensato che dopo otto mesi si ricordasse di venire!"

martedì 9 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (9)

Uno dei suoi conoscenti racconta: "Un giorno nella mia casa a Qom tenemmo una riunione a cui partecipò anche Shahid Beheshti. La riunione durò dalle otto di mattina fino a mezzogiorno. Dopo la preghiera e il pranzo egli disse di voler riposare e di svegliarlo dopo dieci minuti. Dopo dieci minuti volevo andare a svegliarlo, ma non feci in tempo ad aprire la porta e vidi che era già in piedi. Gli chiesi: 'Ma lei non ha dormito?'. Mi rispose: 'Certo mi sono addormentato subito e mi sono svegliato esattamente dopo dieci minuti'. Io ero stupefatto: come poteva una persona dopo il viaggio da Tehran a Qom e una riunione così lunga, svegliarsi esattamente dopo dieci minuti?! Ciò successe più volte, alla fine mi resi conto che una persona così matura spiritualmente, raggiunge un controllo di sé tale da poter controllare le proprie ore di veglia e sonno".

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Questa era la mia lettera per te, caro fratello, tu che sei un nostro vero devoto e aiutante. Che tu possa avere sempre l'attenzione di Dio con i Suoi 'occhi' che mai dormono e ti protegga". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31 (solo alcune parti della lettera sono state tradotte)

lunedì 8 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (8)

Uno dei suoi amici racconta: 'Volevamo andare da Amburgo a un'altra città in treno. Era quasi mezzogiorno che arrivammo alla stazione e il treno non era ancora arrivato. Quindi vidi il signor Beheshti prendere la bussola che indica la direzione della qiblah e incominciare a pregare. Tutti lo guardavano con curiosità (a quei tempi erano in pochi ad aver visto musulmani pregare). Allora qualcuno chiamò la polizia. La polizia gli si avvicinò e una volta finita la sua preghiera gli dissero: "Cosa sta facendo? Deve venire con noi a dare spiegazioni". Egli con gentilezza spiegò: "Io sono musulmano e questo è il nostro modo di pregare. Ogni atto rituale ha il suo tempo specifico e mezzogiorno è l'ora di questa preghiera". Sentito ciò la polizia se ne andò'.

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...comportatevi secondo le azioni che vi avvicinano a noi e evitate le azioni che vi allontanano da noi e ci fanno adirare...". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

sabato 6 marzo 2010

Quelli che hanno incontrato il Sole (aj)

Il nobile sapiente Molla Salmasi accompagnò l’allamah Bahrululum alla Mecca, riguardo a questo viaggio racconta: «Nonostante fossimo all’estero e lontano dalla famiglia, l’Allamah prestava il suo denaro a chi ne avesse bisogno, senza temere che potesse terminare. Alla fine restammo senza denaro e io lo feci presente all’Allamah. Egli non disse niente.
Era sua abitudine compiere il tawaf la mattina, poi si ritirava nella sua stanza e quindi impartiva lezioni ai suoi allievi in un’altra stanza.
Quel giorno, dopo essere tornato dal tawaf, si recò nella sua stanza; qualcuno bussò alla porta, egli stesso andò ad aprirla. Un nobile uomo arabo entrò ed entrambi si recarono nella stanza dell’Allamah. L’uomo rimase per un po’, parlarono insieme, quindi si alzò per congedarsi. L’Allamah lo accompagnò fino alla porta, gli baciò la mano e l’uomo uscì.
L’Allamah mi diede una lettera consegnatagli dal nobile arabo, dicendo: “Questa lettera è per un uomo che ha un negozio vicino al colle Safa, vai da lui e fatti dare quello che c’è scritto in questa lettera”. Io andai da quest’uomo, quando gli porsi la lettera, egli la baciò e mi disse: “Porta alcuni operai”.
Tornai con quattro operai e l’uomo ci diede rial francesi della quantità che questi operai potevano portare, quindi tornammo a casa.
Dopo un po’ di tempo mi recai di nuovo da quest’uomo, ma quando andai in quel luogo, mi resi conto che non c’erano né il negozio, né l’uomo. Chiesi a un passante che mi disse che non c’era mai stata una tal persona in quella zona.»

Questa è la nostra guida...

Sposi e spose
Dopo aver unito in matrimonio diverse coppie di giovani, tra cui anche il figlio del sottoscritto, la Guida Suprema diede i seguenti consigli agli sposi e alle spose: "Se voi portate a casa un oggetto inanimato e volete usarlo come utensile, non c'è bisogno che lo curiate, basta una pulitina ogni tanto. Se invece portate a casa una pianta viva, dovete curarla ogni giorno e prestare attenzione alla luce, all'acqua e all'aria di cui ha bisogno". Proseguì dicendo: "Voi state portando a casa un fiore vivo e dovete curarlo continuamente affinché non appassisca. Le signore spose devono prendersi cura degli sposi e dedicarsi a loro, e anche i signori sposi devono prendersi cura delle spose e trattarle gentilmente" .

(Hojjatul-islam wal-muslimin Seyyed Alì Hosseyni, Teheran)

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Avete dimenticato il patto fatto con Dio (di seguire la nostra wilayah) come se non sapeste!...". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

giovedì 4 marzo 2010

In occasione della nascita del profeta Muhammad (s) e dell'imam Sadiq (a)

Un uomo andò dal Profeta (s) e, mentre tremava, si mise a parlare con lui, quindi il Profeta (s) gli disse: "Stai tranquillo, io non sono un re. Io sono il figlio di una donna che mangiava carne secca conservata col sale". Sunan ibn Majah 2/1101/3312
L'imam Baqir (a) disse: "Il Messaggero di Dio (s) mangiava come un servo, si sedeva come un servo; mangiava e dormiva per terra". al-Mahasin 2/244/1759
La notte l'imam Sadiq (a) prendeva con sé un sacco con pane, carne e denaro, lo metteva sulle spalle e lo distribuiva tra i bisognosi di Medina, senza che loro lo potessero riconoscere. Quand'egli morì, essi si resero conto che quella persona che li aiutava era l'imam Sadiq (a). al-Kafi 1/8/4

mercoledì 3 marzo 2010

Lasciamo che il Sole (aj) c'illumini

Disse il nostro Imam (aj) nella sua lettera a Shaykh al-Mufid: "...Io sono a conoscenza di ciò che vi accade e niente mi rimane nascosto. Sono a conoscenza dei vostri errori da quando molti di voi si sono allontanati dalla via dei loro antenati probi....". Bihar vol.53 pag.174 in poi bab 31

martedì 2 marzo 2010

Storia di un vero muntazir: Shahid Seyyed Mohammad Hosseyni Beheshti (7)

Uno dei suoi figli racconta: "Prima della Rivoluzione Islamica per tutto il giorno e dopo la Rivoluzione per metà giornata, il venerdì era a nostra disposizione. Anche se le più importanti personalità politiche straniere chiedevano di incontrarlo in quel giorno, diceva che il venerdì non poteva perchè si dedicava alla famiglia, doveva dettare ai suoi figli e aiutarli negli studi, a meno che non fosse l'Imam a ordinarglielo. Il venerdì con lui ci dedicavamo ad ogni tipo di attività: dal giardinaggio al gioco nel cortile".