Il nobile sapiente Molla Salmasi accompagnò l’allamah Bahrululum alla Mecca, riguardo a questo viaggio racconta: «Nonostante fossimo all’estero e lontano dalla famiglia, l’Allamah prestava il suo denaro a chi ne avesse bisogno, senza temere che potesse terminare. Alla fine restammo senza denaro e io lo feci presente all’Allamah. Egli non disse niente.
Era sua abitudine compiere il tawaf la mattina, poi si ritirava nella sua stanza e quindi impartiva lezioni ai suoi allievi in un’altra stanza.
Quel giorno, dopo essere tornato dal tawaf, si recò nella sua stanza; qualcuno bussò alla porta, egli stesso andò ad aprirla. Un nobile uomo arabo entrò ed entrambi si recarono nella stanza dell’Allamah. L’uomo rimase per un po’, parlarono insieme, quindi si alzò per congedarsi. L’Allamah lo accompagnò fino alla porta, gli baciò la mano e l’uomo uscì.
L’Allamah mi diede una lettera consegnatagli dal nobile arabo, dicendo: “Questa lettera è per un uomo che ha un negozio vicino al colle Safa, vai da lui e fatti dare quello che c’è scritto in questa lettera”. Io andai da quest’uomo, quando gli porsi la lettera, egli la baciò e mi disse: “Porta alcuni operai”.
Tornai con quattro operai e l’uomo ci diede rial francesi della quantità che questi operai potevano portare, quindi tornammo a casa.
Dopo un po’ di tempo mi recai di nuovo da quest’uomo, ma quando andai in quel luogo, mi resi conto che non c’erano né il negozio, né l’uomo. Chiesi a un passante che mi disse che non c’era mai stata una tal persona in quella zona.»
Era sua abitudine compiere il tawaf la mattina, poi si ritirava nella sua stanza e quindi impartiva lezioni ai suoi allievi in un’altra stanza.
Quel giorno, dopo essere tornato dal tawaf, si recò nella sua stanza; qualcuno bussò alla porta, egli stesso andò ad aprirla. Un nobile uomo arabo entrò ed entrambi si recarono nella stanza dell’Allamah. L’uomo rimase per un po’, parlarono insieme, quindi si alzò per congedarsi. L’Allamah lo accompagnò fino alla porta, gli baciò la mano e l’uomo uscì.
L’Allamah mi diede una lettera consegnatagli dal nobile arabo, dicendo: “Questa lettera è per un uomo che ha un negozio vicino al colle Safa, vai da lui e fatti dare quello che c’è scritto in questa lettera”. Io andai da quest’uomo, quando gli porsi la lettera, egli la baciò e mi disse: “Porta alcuni operai”.
Tornai con quattro operai e l’uomo ci diede rial francesi della quantità che questi operai potevano portare, quindi tornammo a casa.
Dopo un po’ di tempo mi recai di nuovo da quest’uomo, ma quando andai in quel luogo, mi resi conto che non c’erano né il negozio, né l’uomo. Chiesi a un passante che mi disse che non c’era mai stata una tal persona in quella zona.»
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